SENATO DELLA REPUBBLICA CAMERA DEI DEPUTATI
XIII LEGISLATURA
COMMISSIONE PARLAMENTARE D'INCHIESTA
SUL DISSESTO DELLA FEDERAZIONE ITALIANA
DEI CONSORZI AGRARI
RESOCONTO STENOGRAFICO
DELLA
SEDUTA DI MARTEDI' 16 MARZO 1999
Presidenza del presidente Melchiorre CIRAMI
I lavori hanno inizio alle ore 12,00.
(La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).
Presidenza del presidente CIRAMI.
I. Comunicazioni del Presidente
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, comunico che il Presidente della Camera dei deputati, in data 4 marzo 1999, ha chiamato a far parte della Commissione il deputato Francesco Carboni, in sostituzione del deputato Francesco Bonito, dimissionario.
Comunico altresì che il Presidente del Senato, in data 11 marzo 1999, ha chiamato a far parte della Commissione il senatore Cesare Marini, in sostituzione del senatore Mario Rigo, dimissionario. Anche a nome della Commissione, do il benvenuto ai due parlamentari e rivolgo loro il più sentito augurio di buon lavoro.
Rendo noto che l'Ufficio di Presidenza, integrato dai rappresentanti dei Gruppi, ha approvato uno schema di Regolamento per la classificazione degli atti acquisiti e/o formatisi nel corso dell'inchiesta, tenuto conto dei poteri e delle finalità ad essa propri, al fine di evitare il rischio di fughe di notizie o di conflitti con altre autorità che danneggerebbe l'immagine della Commissione, compromettendo anche l'efficacia dell'inchiesta. Le copie del Regolamento sono a disposizione dei commissari (e comunque ciascuno di voi dovrebbe averla ricevuta in casella).
Poiché non vi sono osservazioni, tale Regolamento interno sul regime degli atti della Commissione si intende approvato.
Vi comunico, infine, che in data 9 marzo 1999, la Procura della Repubblica presso il tribunale di Perugia ha trasmesso copia della richiesta di rinvio a giudizio e della contestuale richiesta di parziale archiviazione in relazione alla vicenda FEDIT in concordato preventivo. A tale richiesta risultano allegate le schede relative agli indici degli atti trasmessi al Gip, così da consentire alla Commissione una completa ricognizione in vista di eventuali richieste di acquisizioni documentali, nonché copia della richiesta di rinvio a giudizio formulata dalla Procura della Repubblica presso il tribunale di Roma nei confronti dei responsabili della FEDIT per il periodo antecedente il commissariamento.
Alla luce di tale trasmissione e raccogliendo l'orientamento unanime dell'Ufficio di Presidenza, che si è riunito in data odierna, propongo che il resoconto stenografico dell'audizione del dottor Miriano e del dottor Razzi sia declassificato da documento riservato ad atto libero.
Se non vi sono osservazioni, così resta stabilito.
II. Costituzione di gruppi di lavoro, ai sensi dell’articolo 14 del Regolamento interno.
PRESIDENTE. Rendo noto alla Commissione che l'Ufficio di Presidenza integrato dai rappresentanti dei Gruppi, dopo un ampio confronto sviluppatosi nelle riunioni del 2, del 9 e di oggi 16 marzo, ha convenuto sull'opportunità di costituire gruppi di lavoro con funzioni istruttorie e referenti nei confronti del plenum. Preciso al riguardo - la puntualizzazione di merito mi sembra importante - che ai gruppi è demandata fondamentalmente un'attività di ricognizione e di approfondimento dei diversi campi di indagine al fine di proporre al plenum - una volta individuati gli aspetti da chiarire e gli obiettivi da conseguire - gli atti di inchiesta da sviluppare con le audizioni, che ritengo corretto riservare alla competenza della Commissione, nel suo plenum. Dunque ai gruppi, che non devono essere intesi come sottocommissioni autonome, è richiesta un'attività di ricerca, di istruzione e di proposta rivolta al plenum. Sarà compito della Presidenza razionalizzare tale attività con il concorso dei coordinatori dei gruppi e dell'Ufficio di Presidenza integrato.
Sono stati individuati conseguentemente tre settori di indagine da ripartire tra altrettanti gruppi di lavoro. Si è concordato di affidare al primo gruppo le competenze definite alle lettere a) e b) dell'articolo 1 della legge istitutiva e dunque quelle di esaminare le attività, la gestione e la situazione economico-finanziaria della Federconsorzi, dal 1982 al 1991, nonché di accertare le cause, le responsabilità e le conseguenze del dissesto che ha colpito la Federconsorzi, anche in relazione ai suoi soci.
Al secondo gruppo di lavoro sono demandate le competenze definite alle lettere c) e d) dell'articolo 1 della legge istitutiva e cioè quelle di verificare le condizioni di ammissione della Federconsorzi alla procedura di concordato preventivo, i presupposti per la vendita in massa dei beni e la congruità del prezzo offerto dalla S.G.R. spa, nonché di valutare l'azione di dismissione conseguente al dissesto e le procedure seguite dalla S.G.R. spa per la liquidazione del patrimonio e per il pagamento dei creditori e le successive cessioni di beni immobiliari.
Al terzo gruppo sono infine affidate le competenze di cui al punto e) dell'articolo 1 della legge istitutiva e cioè quelle di verificare la situazione economico-finanziaria, nonché le ragioni, le modalità e i tempi del ricorso alle procedure di liquidazione o commissariamento dei Consorzi agrari in stato di liquidazione coatta amministrativa o di commissariamento.
Su indicazione dei rappresentanti dei Gruppi parlamentari, i gruppi di lavoro risultano così formati: il primo gruppo, coordinato dal senatore Magnalbò, è composto dai deputati Abbate, Chiusoli, Dameri, Muzio, Niedda e Poli Bortone e dai senatori Antolini, Barrile, Bettamio, Bucci, Magnalbò, Pinggera e Preda; il secondo gruppo, coordinato dal senatore D'Alì, è composto dai deputati Carboni, Sergio Fumagalli, Losurdo, Misuraca, Sanza, Vascon e Gaetano Veneto, e dai senatori Bedin, Bortolotto, Antonino Caruso, D'Alì, Pappalardo e Piatti; il terzo gruppo, coordinato dal senatore Pasquini, è composto dai deputati Bastianoni, Comino, Gardiol, Leone, Mancuso e Occhionero, e dai senatori De Carolis, Marini, Pasquini, Pedrizzi, Robol e Zanoletti.
Poichè non vi sono osservazioni, l'articolata proposta, da me illustrata, rendendomi interprete dell'unanime consenso dell'Ufficio di Presidenza integrato dai rappresentanti dei Gruppi, si intende accolta.
Desidero precisare che è ovvio che l'Ufficio di Presidenza, facendo ciò, si è orientato in base alle segnalazioni che sono pervenute dai rappresentanti dei Gruppi e che, in corso d'opera, vi potranno essere delle sostituzioni o qualcuno potrà chiedere di passare da un gruppo ad un altro, dopo averlo fatto presente al coordinatore; di ciò discuterà poi l'Ufficio di Presidenza, ma non credo che vi saranno opposizioni in tal senso.
III. Proposte di delibera relative alle collaborazioni, ai sensi dell’articolo 24 del Regolamento interno.
PRESIDENTE. L'Ufficio di Presidenza, integrato dai rappresentanti dei Gruppi, dopo un'ampia discussione, ha convenuto su talune proposte in tema di collaborazioni che sottopongo all'approvazione della Commissione, ai sensi dell'articolo 24, comma 1, del nostro Regolamento interno.
Premetto che si è, in via preliminare, concordato sull'opportunità di avvalersi di un ristretto numero di collaboratori a tempo pieno che presteranno la loro opera in modo continuo ed esclusivo al servizio della Commissione, previo distacco dalle Amministrazioni di provenienza. A questi collaboratori sarà riconosciuta un'indennità variamente quantificata da parte dell'Ufficio di Presidenza (ai sensi del comma 1, dell'articolo 24 del Regolamento interno), in relazione al loro profilo professionale e al loro grado. Tale prima categoria di collaboratori comprende, nella proposta concordata in sede di Ufficio di Presidenza, un magistrato (indicato nella persona del dottor Rosario Basile, sostituto procuratore presso il tribunale di Salerno), due ufficiali della Guardia di Finanza (il capitano Cosimo Tripoli e il sottotenente Giovanni Panebianco) e un maresciallo (siamo in attesa di un'indicazione da parte del Comando generale della Guardia di Finanza).
E' evidente che la Commissione dovrà anche avvalersi della collaborazione di esperti altamente qualificati ai quali richiedere, di volta in volta, una consulenza non continuativa, ma su uno specifico argomento, generalmente su indicazione dei gruppi di lavoro e dei loro coordinatori. A questo fine, l'Ufficio di Presidenza ha concordato su alcuni nominativi di consulenti ai quali saranno riconosciuti, oltreché ovviamente il rimborso delle eventuali spese sostenute, compensi quantificati in rapporto ai lavori svolti per incarico della Commissione. Dunque si tratta oggi di definire i nominativi delle persone da coinvolgere nei nostri lavori che, a seguito dell'approvazione della proposta che sottopongo alla Commissione, saranno formalmente indicati come consulenti, per così dire a tempo parziale, e per oggetti definiti, della Commissione. In particolare si tratta del dottor Domenico Parisi, giudice del tribunale di Napoli; del dottor Edoardo Monti, giudice del tribunale di Milano, sezione fallimentare; del professore Salvatore Paolucci, professore universitario e consulente finanziario e del professor avvocato Fabrizio Criscuolo, professore associato di diritto privato.
Ritengo che la metodologia scelta dall’Ufficio di Presidenza e le concrete indicazioni concordate in quella sede possano essere condivise dalla Commissione. Si è guardato alla sostanza dell’attività dei consulenti, da utilizzare a seconda delle esigenze individuate dai gruppi di lavoro e dalla Commissione e si è anche tenuto conto della necessità di contenere le spese. Se l’autonomia della Commissione non può infatti trovare limiti né condizionamenti nello sviluppo dell’inchiesta, tuttavia un opportuno atteggiamento di autolimitazione può armonizzare le finalità di efficienza e di incisività operativa con l’esigenza di contenimento delle spese che vanno a gravare sui bilanci della Camera e del Senato.
I gruppi di lavoro, una volta iniziata la loro attività, potranno di volta in volta segnalare altri consulenti ai quali rimettere determinati quesiti o la soluzione di determinate questioni che i gruppi stessi e la Commissione valuteranno in termini di merito, ai fini della quantificazione degli emolumenti da corrispondere.
MANCUSO. Signor Presidente, mi rammarico innanzi tutto per il ritardo con cui sono arrivato in Commissione.
Come Gruppo parlamentare possiamo presentare alcuni nominativi di consulenti da inserire, con l’assenso dell’Ufficio di Presidenza, nell’elenco dei collaboratori stabili?
PRESIDENTE. Di chi si tratta?
D’ALI’. Signor Presidente, abbiamo due nominativi da sottoporvi, il primo dei quali è quello del dottor Claudio Patalano che proviene dall’Ispettorato della Banca d’Italia, attualmente è capo del Servizio Organizzazioni e Sistemi informativi della Banca Nazionale del Lavoro ed è stato commissario liquidatore della Sicilcassa nonché capo del Servizio Ispettorato della stessa Banca Nazionale del Lavoro. Indichiamo poi il generale di divisione professor Gaetano Nanula.
MANCUSO. Signor Presidente, il generale Nanula è stato vice comandante generale del corpo della Guardia di finanza e fino a poco tempo fa - lei lo ricorderà - ha rivestito il ruolo di consulente della Commissione antimafia; attualmente è in congedo.
D’ALI’. Signor Presidente, la preghiamo di prendere nota di tali nominativi, anche in vista di eventuali collaborazioni con i singoli gruppi di lavoro.
VENETO Gaetano. Signor Presidente, gli interventi dei colleghi mi fanno ritenere che forse sarebbe necessario chiarire meglio quanto lei ha comunicato poco fa.
Anche per assicurare una maggiore cognizione ai colleghi arrivati poco dopo l’inizio della seduta, forse è bene precisare nuovamente la proposta dell’Ufficio di Presidenza, che sembrava condivisa dal plenum.
Si è prospettato un organico stabile (in virtù di contratti di collaborazione e di forme di distacco) composto da un magistrato e da alcuni ufficiali della Guardia di finanza, ossia un gruppo limitato e definito; è stato poi proposto che una serie di consulenze sia indicata dai gruppi di lavoro, in base ad ipotesi specifiche di compiti ed attività, e poi sottoposta alla Commissione.
Le proposte testé avanzate dal collega Mancuso (ma lo stesso valeva se le avessi fatte io) cambiano il metodo di lavoro scelto, senza con ciò nulla togliere ai consulenti proposti, considerato anche che uno in particolare è da me ben conosciuto. Si cambia il metodo di lavoro perché l’onorevole Mancuso (senza con questo attribuirgli alcuna responsabilità) ha seguito un iter diverso da quello indicato dall’Ufficio di Presidenza che - ripeto - ha individuato un gruppo stabile di consulenti, cui si potranno aggiungere una serie di collaborazioni legate alle esigenze dei gruppi di lavoro e da questi segnalate e sottoposte alla Commissione.
Signor Presidente, è soltanto una questione di metodo: ritengo opportuno evitare di avere delle lunghe liste di consulenti e cercare, invece, di consentire ai gruppi di lavorare in modo organico e coordinato.
Un scelta diversa comporterebbe anche il rischio di inutili duplicazioni: ad esempio si è fatto riferimento a funzionari in passato addetti all’ispettorato ed alla vigilanza della Banca d’Italia, tutte persone di grandissimo livello; però, come ho già avuto modo di segnalare all’Ufficio di Presidenza, mi sono preso la briga - credo in modo tollerabile - di parlare con il Direttore generale della Banca d’Italia il quale mi ha segnalato l’esigenza di una lettera rivolta dalla Presidenza della Commissione al Governatore della Banca d’Italia al fine di ottenere un distacco, almeno part time, auspicabilmente non oneroso per noi, di un funzionario dell’Ufficio di vigilanza della Banca d’Italia presso questa Commissione; la richiesta di altri consulenti esperti nel medesimo settore, più che rafforzare la proposta, forse la duplicherebbe soltanto. Anche per questo sarebbe opportuno approfondire le proposte specifiche a livello di gruppo di lavoro.
Ritenevo che fossimo tutti d’accordo su questo modo di procedere, ossia consentire ai gruppi di presentare delle proposte, senza nulla togliere all’iniziativa del plenum. A tal fine sarebbe opportuno che i gruppi iniziassero le loro riunioni così da poter portare le loro proposte alla Commissione che le scremerà e le valuterà.
BARRILE. Signor Presidente, mi rimetto alle osservazioni dell’onorevole Veneto.
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, riassumo sinteticamente la questione; l’Ufficio di Presidenza ha dedicato due sedute a questo argomento e il metodo individuato - da me esposto e ribadito dall’onorevole Veneto - è il seguente: abbiamo bisogno di personale disponibile a tempo pieno e l’abbiamo individuato negli ufficiali della Guardia di finanza e nel magistrato, esperto in diritto fallimentare, che ho citato.
Questi sono i consulenti a tempo pieno, dei quali mi accingo a chiedere, dopo la decisione conforme del plenum, il distacco formale alle amministrazioni di provenienza.
Abbiamo ritenuto di rimettere tutte le altre collaborazioni non continuative (oltre le poche che vi ho già indicato perché segnalate all’Ufficio di Presidenza) alla valutazione, in primis, dei gruppi di lavoro, che potranno ritenere consone, alle loro esigenze, le qualità professionali degli esperti indicati dall’onorevole Mancuso e dal senatore D’Alì, come di altri possibili collaboratori, a condizione che segnalino non a me, ma al plenum la necessità di queste consulenze particolari; spetterà poi alla Presidenza della Commissione il compito di contattare il professionista per valutare quali oneri finanziari comporti la sua prestazione d’opera per la Commissione e di conseguenza per la Camera e per il Senato.
Ci siamo mossi in quest’ottica, che ho fatto presente al plenum, anche per evitare un numero indiscriminato di consulenti, ai quali non sapremmo neanche cosa chiedere; ritengo che il lavoro svolto dall’Ufficio di Presidenza sia stato il più consono possibile.
Raccoglieremo quindi tutte le segnalazioni che pervengono oggi e perverranno domani, ma le rimetteremo sempre alla valutazione dei vari gruppi di lavoro che, a loro volta, dovranno sottoporre le loro decisioni all’Ufficio di Presidenza, prima, ed al plenum, poi.
Forse sarò petulante nel ripetere gli stessi concetti ogni volta, ma spero che qualcuno legga i Resoconti delle nostre sedute: sottolineo la fatica enorme che gli Uffici di segreteria stanno compiendo per attrezzarsi e, soprattutto, per trovare le strutture dove allocarsi. I gruppi di lavoro avranno a disposizione la mia stanza per riunirsi quando lo riterranno opportuno: in tali occasioni mi allontanerò oppure parteciperò alla riunione se la troverò interessante. Nel frattempo, stiamo agendo con tutti i mezzi possibili per ottenere altre due stanze dove poter far lavorare i nostri consulenti.
Se dovessero riunirsi contemporaneamente più gruppi di lavoro, cercheremo di reperire un’altra stanza idonea per poter - anche in maniera precaria - tenere le nostre riunioni. Però tutto questo non credo ubbidisca ad un criterio di funzionalità della Commissione, perché i gruppi di lavoro si dovrebbero riunire negli uffici prossimi a quelli della segreteria per poter consultare la copiosa e complessa documentazione, al fine di dare una risposta ai quesiti che sono stati loro demandati e di riferire quindi alla Commissione.
CARUSO Antonino. Signor Presidente, se si è già provveduto in questo senso quello che sto per dire è superfluo, altrimenti proporrei ai colleghi di acquisire la scheda predisposta dagli Uffici che riporta sostanzialmente l’indice di tutti i documenti e atti pervenuti o che sono stati acquisiti dalla Commissione. Questo perché, mentre noi cercavamo di assestarci da un punto di vista logistico, è in effetti pervenuto del materiale, anche in cospicua quantità, che meriterebbe forse una lettura da parte di ognuno di noi, quanto meno sommaria. Il collega Misuraca, ad esempio, ha indicato, nel corso dell’Ufficio di Presidenza, alcuni documenti, che sono delle memorie riassuntive che possono consentire una conoscenza, magari non puntuale, ma d’insieme dei singoli argomenti all’esame della Commissione.
Quindi, se non ci sono problemi, vorrei che quella scheda-indice fosse distribuita in casella a tutti i colleghi, perché può rappresentare una "carta topografica" di come si stanno delineando i nostri lavori.
PRESIDENTE. Senatore Caruso, noi fin dall’inizio abbiamo distribuito un elenco dei documenti a quel momento pervenuti alla Commissione; di nuovo c’è il documento pervenutoci dalla Procura di Perugia di cui ho dato comunicazione.
Se i componenti o un gruppo di lavoro dovessero avere necessità di tutta questa documentazione, non dovranno far altro che segnalarlo all’ Ufficio di segreteria, verrà effettuata la duplicazione e la manderemo in casella a tutti i richiedenti, ma mi pare ultroneo distribuire faldoni interi di documentazione a ciascun componente.
CARUSO Antonino. Io proponevo, signor Presidente, di distribuire solo l’indice.
PRESIDENTE. Se qualcuno non avesse ricevuto l’elenco che abbiamo già inviato basta che lo faccia presente all’Ufficio di segreteria e gliene verrà trasmessa una copia, non ci sono problemi. Aggiorniamo l’elenco con il documento di Perugia - segnalando che esso contiene in allegato la richiesta di rinvio a giudizio della Procura di Roma - e con quant’altri documenti che nel frattempo perverranno.
Devo comunicarvi - l’ho segnalato all’Ufficio di Presidenza e faccio altrettanto alla Commissione - che stiamo predisponendo delle schede sintetiche di lettura per ciascun soggetto che ha esercitato funzioni nell’ambito della FEDIT o nei consorzi provinciali, in cui viene evidenziata la durata dell’incarico, che cosa ha fatto, i comportamenti più significativi o azioni che ha tenuto e quant’altro. È un lavoro lungo, ma che cercheremo di completare nel più breve tempo possibile.
DE CAROLIS. Signor Presidente, chiedo scusa se non ho ascoltato la sua introduzione, ma credo non si sia molto discostata dagli accordi intervenuti fra tutti i Gruppi nelle riunioni dell’Ufficio di Presidenza, quindi non ho nulla da obiettare. Anzi, prendo atto con soddisfazione che tutto procede secondo una correttezza da parte sua molto evidente e anche con tempestività per quanto riguarda i provvedimenti che adottiamo.
Oggi però la Commissione si trova di fronte ad un fatto nuovo sul quale non possiamo non avviare un momento di riflessione. Abbiamo ascoltato attentamente i magistrati di Perugia, il Procuratore generale e il dottor Razzi e abbiamo dato disponibilità ad una forma di collaborazione, nella reciproca autonomia. Oggi però ci troviamo di fronte ad un rinvio a giudizio di tutti gli indagati da parte del dottor Razzi, con un’accelerazione degli eventi tale da escludere per il futuro ogni potere anche di consultazione. Dobbiamo prendere atto che il nostro interlocutore ha terminato il suo lavoro a prescindere dalla nostra volontà.
Insisto quindi sulla mia proposta di cominciare a consultare almeno i maggiori indagati, quelli che il dottor Razzi, nella sua richiesta di rinvio a giudizio, considera certamente gli attori principali del dissesto della Federconsorzi. Non dico che il dottor Razzi non abbia ragione, anzi, ho grande fiducia nell’operato della Magistratura; ma poiché non la ritengo infallibile voglio sentire anche l’altra parte, prima di cominciare a lavorare. Altrimenti corriamo il rischio di mettere insieme l’operato dei vari gruppi di lavoro mentre la "nave affonda", in quanto il GIP nell’arco temporale di tre mesi potrebbe concludere tutto l’iter pre-processuale. Non so inoltre, se noi riusciremo in quattro o cinque mesi a fare una relazione, perché gli scenari politici sono quelli che sono; mi auguro che questa legislatura duri anche oltre il 2001, ma non vedo prospettive di lungo termine. Quindi, chiederei che, almeno prima di Pasqua, si cominciasse a sentire qualcuno, per non correre il rischio di accettare supinamente la volontà della magistratura di Perugia, che ripeto ha ben operato, ma potrebbe anche aver commesso qualche errore, che solamente attraverso l'audizione degli indagati potrebbe venire alla conoscenza di tutti noi.
PRESIDENTE. Senatore De Carolis, noi non siamo in concorrenza con nessuna Procura d’Italia, meno che mai con quella di Perugia, che ha presentato una richiesta di rinvio a giudizio, sulla quale un giudice è chiamato a pronunciarsi. Non so poi quale esito potrà avere, se si andrà in tribunale, se il GIP addirittura la rimetterà in istruzione, se farà dei quesiti, cioè tutte le vie procedurali e processuali sono allo stato aperte. Ribadisco quindi che noi non siamo in concorrenza con la Procura di Perugia, né il nostro lavoro potrà mai interferire con il lavoro dei magistrati, siano essi della Procura, del GIP o del tribunale, che sarà eventualmente chiamato a pronunciarsi sulla colpevolezza o meno degli indagati.
Il nostro è un lavoro che non è mirato soltanto agli scopi di cui alle lettere c) e d), comma 1, dell’articolo 1 della legge istitutiva, di cui si occupa il secondo gruppo di lavoro. L’incarico che abbiamo avuto dalla legge istitutiva è quello di verificare gli avvenimenti accaduti dall’inizio del 1982 fino al loro esito finale, di cui il dissesto della Federconsorzi negli anni 1992-1993 è una parte, sulla quale contemporaneamente la magistratura sta indagando, in perfetta autonomia rispetto al nostro lavoro di ora o del futuro. Quindi noi possiamo andare oltre, mai che mai è nel nostro scopo interferire con ciò che ha fatto la Procura di Perugia nel merito della vicenda giudiziaria. Noi dobbiamo esaminare l’intera vicenda, ma mai possiamo interferire, né nel bene né nel male, con l’iter della magistratura, che dobbiamo rispettare, ci convenga o non ci convenga.
Io aspetto che il gruppo di lavoro che si occuperà di questa vicenda in particolare, sensibile a questo suo richiamo, si attivi quanto prima e proponga alla Commissione, ove lo ritenga, delle audizioni che si andranno a sposare con le audizioni che saranno richieste dagli altri gruppi di lavoro. Questa è stata la nostra decisione in sede di Ufficio di Presidenza e nel plenum.
VENETO Gaetano. Signor Presidente, ha ragione e sono perfettamente d'accordo con lei; voglio però supportare il significato politico dell'intervento del senatore De Carolis.
Tutti quanti ricordiamo che quando la Commissione si è riunita per sentire il dottor Miriano e il dottor Razzi, è stato deciso - ed eravamo tutti d'accordo - di attendere l'eventuale richiesta di rinvio a giudizio, per poi procedere rapidamente ad una prima audizione - da Lei stesso segnalata, signor Presidente - che non poteva che essere quella del dottor Ivo Greco. Ricordo bene ciò e dovrebbe risultare agli atti.
Noi non siamo qui per partecipare a un giro d'Italia, per vincere la maglia rosa ma per svolgere, nella nostra autonomia, in base all'articolo 1 della legge istitutiva, i compiti assegnatici. Ma a tale proposito si deve procedere ad una "limatura" (e voglio anche chiarire il significato dell'intervento del senatore De Carolis): tra i compiti assegnatici vi sono quelli previsti dalle lettere a), b), c) e d) dell'articolo 1 della legge istitutiva e vi sono delle priorità che non sono semplicemente legate all'alfabeto, ma a momenti storici particolari. La preoccupazione del senatore De Carolis e la mia (e penso di tutta la Commissione) è che un'attività a sé stante della magistratura possa consumare, a suo modo e nella sua autonomia, un'indagine che invece il legislatore ha ritenuto necessaria, opportuna ed urgente e che ha affidato, con ampi poteri, anche giudiziari, a questa Commissione d'inchiesta. Allora, a tal fine, (e cerco di sintetizzare e di rintracciare la valenza positiva della sua chiarificazione e dell'intervento del senatore De Carolis) vorrei chiederle, signor Presidente, se i gruppi possono iniziare immediatamente i propri lavori - abbiamo poco tempo - e se si può fissare fin da ora la data di convocazione del plenum dell'Assemblea, confermando così la nostra unanime volontà di ascoltare al più presto, essendo intervenuta la richiesta di rinvio a giudizio, il dottor Greco o chi per lui (da solo o insieme ad altri). E' importante comunque che venga stabilita una scaletta di lavoro del plenum della Commissione al più presto.
MANCUSO. Signor Presidente, non ho bene percepito il suo orientamento circa l'eventualità di iniziare subito le audizioni di talune personalità che possono illuminare la conoscenza della Commissione. Lei ha accettato, sia pure in via ipotetica, che si possa dar luogo sollecitamente a queste audizioni o per il momento le nega e le ha escluse?
Poi, signor Presidente, ho un'altra rispettosa curiosità. I gruppi di lavoro, che naturalmente attendono a materie che sono nell'ambito della previsione della legge, hanno una precedenza, l'uno rispetto all'altro nelle loro attività o procedono indipendentemente e contemporaneamente? Le materie che fissa la legge come oggetto dell'inchiesta potrebbero comportare, da questo punto di vista, la possibilità che questo lavoro di indagine specifico sulle singole materie si svolga in maniera indipendente ed autonoma oppure che si svolga in modo progressivo, tenendo conto cioè della progressione storica della vicenda. Non so se sono stato chiaro: vi sono argomenti, tra quelli indicati dalla legge, per i quali almeno in teoria si potrebbe stabilire una sorta di dipendenza dagli accertamenti relativi ad altra materia. Si tratta di una questione di ordine metodologico, ma, a mio avviso, ciò andrebbe chiarito quanto meno nell'ambito dell'Ufficio di Presidenza. Se analizziamo gli argomenti previsti dalla legge, questa ipotesi non appare così peregrina: forse non si potrà approdare a risultati cognitivi adeguati circa uno dei temi, se non sarà preventivamente chiaro quello che riguarda un altro tema. La stessa progressione forse indica, attraverso un passaggio di ordine storico, un'esigenza di tipo metodologico, che io mi permetto di segnalare.
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, l'Ufficio di Presidenza non a caso ha individuato questi tre gruppi di lavoro: ha rinvenuto nei vari quesiti posti dalla legge istitutiva la relativa autonomia di oggetto di un gruppo rispetto ad un altro. Comunque è chiaro che tra i tre gruppi, o meglio tra i tre ordini di materie sulle quali siamo chiamati a far luce, c'è questa non interferenza, ma interdipendenza.
Il secondo gruppo di lavoro, quello al quale sono demandate le competenze definite alle lettere c) e d), deve individuare, tra le tante vicende che hanno portato al dissesto della Federconsorzi, una in particolare: si ritiene che, rispetto alla scelta di un "sistema di liquidazione" della Federconsorzi (bisogna verificare le condizioni di ammissione della Federconsorzi alla procedura di concordato preventivo), ve ne potessero essere altre - questa è l'accusa - migliori e meno dispendiose e onerose per la Federconsorzi stessa. E' su questo argomento, su questa singola vicenda che la Procura presso il tribunale di Perugia si è già pronunciata ed esso non è avulso dalle cause del dissesto della Federconsorzi: bisogna valutare la liquidazione "un po' alla carlona", la scelta del concordato preventivo, i presupposti per l'attribuzione dell'intera massa dei beni e la congruità del prezzo offerto dalla S.G.R., e così via. Allora qual è il percorso che l'Ufficio di Presidenza ha individuato? Sono stati istituiti tre gruppi di lavoro che tra loro, pur avendo contatti, hanno una certa autonomia. Infatti è ovvio che la vicenda della S.G.R. ha un legame con una delle cause del dissesto della Federconsorzi, argomento che appartiene alla cognizione del primo gruppo di lavoro: mi riferisco al fatto che le banche hanno concesso dei crediti senza richiedere le opportune garanzie, col pericolo di essere classificati come creditori chirografari e quindi perdere le garanzie in caso di liquidazione della Federconsorzi.
Questo è l'itinerario scelto dall'Ufficio di Presidenza. E' ovvio che, poiché è stato scelto questo percorso, è opportuno, per un buon avvio, che i gruppi di lavoro si comincino a riunire immediatamente (soprattutto quello che si occupa della vicenda da me richiamata, che per alcuni presenta profili di particolare rilievo in quanto c'è stata una richiesta di rinvio a giudizio da parte della Procura della Repubblica di Perugia) e segnalino subito la necessità di audire questo o quell'indagato. E' questo il metodo scelto dall'Ufficio di Presidenza ed è ovvio che esso, rimesso al plenum della Commissione, potrebbe anche essere ribaltato: non l'escludo, ma ritengo che questa via sia la migliore. Onorevole Mancuso, se si procede subito ad audire, anzi ad ascoltare (lei non apprezza il termine audire, perché non esiste) questo o quell'indagato si potrebbe privilegiare qualcuno a danno di qualcun altro. Allora è opportuno che il gruppo di lavoro, nella sua autonomia istruttoria, calendarizzi, anche cronologicamente, una serie di audizioni, perché, a mio avviso, la Commissione non può scegliere di ascoltare Cirami o Mancuso, pretermettendoli alle audizioni di altri.
ABBATE. Signor Presidente, le audizioni sono compiute dai gruppi di lavoro?
PRESIDENTE. No, sempre dal plenum: non si tratta di comitati, ma di semplici gruppi di lavoro che selezionano la massa delle informazioni per consentire alla Commissione di lavorare in maniera più spedita di quanto farebbe se dovesse avere cognizione di tutto e di tutti.
CARUSO Antonino. Signor Presidente, ritengo che si debbano conciliare due esigenze: da una parte, quella di iniziare, con una corretta metodologia, il lavoro dei gruppi che abbiamo istituito; dall’altra, quella di dare concretezza e speditezza ai lavori generali della Commissione. In quest’ottica, condivido non solo le considerazioni svolte dal senatore De Carolis, ma anche quelle dell’onorevole Veneto, che in definitiva richiamano le ipotesi che avevamo definito nella nostra prima riunione plenaria, a margine dell’audizione del Procuratore della Repubblica di Perugia.
Con il senatore D’Alì, coordinatore del secondo gruppo di lavoro, stiamo già concertando l’ipotesi che tale gruppo inizi i propri lavori nella serata di martedì prossimo. Siccome tale gruppo di lavoro ha, come punto iniziale di riferimento cronologico, la domanda di concordato preventivo proposta dai commissari nominati per la Federconsorzi (anche se un progenitore di tale domanda andrebbe individuato nel cosiddetto "decreto Goria" di commissariamento, perché da tale atto si capisce come parta la vicenda, che ha, quale primo appuntamento concreto, il deposito della richiesta di concordato preventivo), credo che si potrebbe ragionevolmente proporre di iniziare i nostri incontri con le persone interessate ascoltando il dottor Ivo Greco, presidente della sezione fallimentare del tribunale di Roma, che per primo, nel suo ruolo istituzionale, si è confrontato in concreto con la vicenda, ricevendo la domanda di concordato preventivo e su questa giudicando.
A margine di questa proposta, ho un’ulteriore importante richiesta da rivolgere alla Commissione: propongo che un eventuale diniego, da parte delle persone coinvolte di cui abbiamo interesse a ricevere una testimonianza, ove queste persone rivestano anche il ruolo di imputati (per esempio nel procedimento penale in corso a Perugia), sia inteso dalla nostra Commissione in senso neutrale, ossia ritengo che non possa essere inteso come un rifiuto a prestare la propria collaborazione, in quanto credo che debba essere riservato ad ognuno il diritto di potere organizzare, anche strategicamente e tatticamente, la propria difesa di fronte all’appuntamento giudiziario a cui è stato chiamato.
La mia proposta è in definitiva la seguente: utilizzare la prima riunione del gruppo coordinato dal senatore D’Alì per cominciare a stabilire un calendario dei lavori e per iniziare anche l’esame dei primi documenti (intendo quelli riguardanti le vicende del concordato preventivo); disporre la richiesta di audizione del dottor Ivo Greco ed incassarne il consenso con gratitudine o incassarne il diniego in termini neutrali, cioè di rispetto per il diritto del dottor Greco, o di chiunque altro, di poter scegliere i momenti e di scandire le occasioni di esternazione, nell’ambito del proprio diritto pieno di difendersi.
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, devo una risposta ai commissari intervenuti: l’Ufficio di Presidenza ha scelto una metodologia d’approccio al lavoro che ci apprestiamo a svolgere e tutti dobbiamo rispetto ai gruppi di lavoro ed ai loro componenti, consentendo a questi ultimi di valutare per primi se, quando e quali audizioni svolgere.
Ricordo poi a me stesso, ma mi pare sia superfluo, che, poiché le persone da ascoltare, secondo le segnalazioni che provengono dal senatore De Carolis, dall’onorevole Gaetano Veneto e dal senatore Antonino Caruso, sono indagate, dovremo responsabilmente avvertirle della loro facoltà di non rispondere e di essere assistite dal proprio difensore di fiducia.
Credo inoltre che non sia possibile apprestarci ad audizioni di questo tipo senza conoscere il contenuto, che finora è stato coperto dal segreto istruttorio, di quanto le persone, che ci accingiamo ad incontrare, hanno o non hanno detto nell’ambito delle indagini preliminari svolte dalla Procura di Perugia. Per cui mi attiverò immediatamente per ottenere che dalla massa dei documenti messi a disposizione dalla Procura di Perugia, sia estratto il contenuto delle dichiarazioni rese in sede di interrogatorio, oppure come persone informate sui fatti, per quanto concerne i soggetti la cui posizione è stata archiviata, così da metterlo a disposizione del gruppo di lavoro che di questo argomento si dovrà occupare, affinché lo valuti per suggerire alla Commissione un possibile calendario di audizioni.
Ritengo che questo sia il percorso più corretto, per rispettare quanto noi stessi abbiamo deciso: garantire l’autonomia dei gruppi di lavoro e dei loro componenti.
Ascoltare il dottor Ivo Greco è senz’altro interessante, come lo è incontrare altri indagati, ma vorrei che il gruppo di lavoro competente studi i documenti e prospetti alla Commissione un ordine cronologico con cui ascoltare le singole persone.
Da oggi in avanti i gruppi di lavoro potranno riunirsi quando lo riterranno opportuno.
VENETO Gaetano. Signor Presidente, la mia proposta, arricchita da altri interventi, rimane valida: la Commissione si è riunita in una seduta plenaria in cui ha ascoltato un Procuratore della Repubblica e un sostituto procuratore; in margine a quella occasione abbiamo convenuto che ci sembrava doveroso attendere la conclusione delle indagini preliminari e la richiesta di rinvio a giudizio.
Adesso potremmo percorrere due vie: o seguire l’iter formale passando attraverso i gruppi di lavoro ed il secondo gruppo, che si riunirà martedì, presumibilmente proporrà al plenum di sentire qualcuno (per ora non importano i nomi), oppure, per guadagnare tempo e iniziare subito a lavorare, potremmo ripensare quanto abbiamo già assemblearmente deciso, (ossia attendere per individuare le date delle audizioni), e calendarizzare subito le audizioni, anche fissandole, per assurdo, a dicembre prossimo oppure a breve, come sembra più opportuno, anche sulla base dell’intervento del senatore De Carolis (mi sembra che sia questo anche il senso dell’equilibrato intervento del senatore Antonino Caruso), nel rispetto ovviamente di tutti i limiti, le garanzie e le facoltà previsti dalla legislazione vigente. Se non optiamo per questa soluzione dovremo attendere i gruppi di lavoro, che sono gruppi istruttori che collaborano fra loro, la cui funzione è quella di far guadagnare e non perdere tempo al plenum, che è l’unico soggetto ad avere tutti i poteri.
Potremmo dunque stabilire già da ora che, per esempio il 18 aprile o il 30 dicembre oppure, invece, il 28 marzo, ascolteremo una o più persone che hanno avuto una richiesta di rinvio a giudizio e che ci sembra importante incontrare per chiarire una determinata fase della vicenda, premesse tutte le garanzie possibili. Non ritengo, invece, che sia il caso di creare adesso una serie di tappe procedurali, tra l’altro non previste dalla legislazione vigente, ma soltanto dai nostri Regolamenti, che hanno lo scopo di accelerare e non di appesantire i nostri lavori.
PRESIDENTE. Ne sono consapevole; se considerate che l’altro ieri è arrivata la richiesta di rinvio a giudizio, è necessario il tempo materiale per acquisire il contenuto delle dichiarazioni rese dagli indagati e poi potremo iniziare a lavorare.
MISURACA. Signor Presidente, sono confuso perché sono intervenuti colleghi che fanno parte dell’Ufficio di Presidenza che ha già adottato un metodo di lavoro: non riesco a capire, quindi, rispetto a tale metodo, cosa si stia cercando di sviluppare.
Fra l’altro lei ha riferito che gli atti sono arrivati da poco per cui gli uffici li devono predisporre e noi dobbiamo avere il tempo di leggerli. Nessuno vuole ostacolare le audizioni dei vari personaggi, ma mettiamoci in condizione di conoscere i documenti; fissare sin da adesso le date, nessuno si oppone, certamente, ma utilizziamo il metodo che avevamo concordato in sede di Ufficio di Presidenza.
PRESIDENTE. C’è un’altra cosa di cui vi voglio rendere consapevoli, ancora una volta, e cioè la difficoltà di stabilire le nostre riunioni, perché già avere individuato la mattinata del martedì ha presentato delle difficoltà.
I gruppi di lavoro, che non sono legati alla presenza del numero legale, ma soltanto alla disponibilità di chi vuole lavorare, hanno invece tutto il dinamismo necessario; possono convocarsi per telefono ad horas, come si suol dire, e prospettare per l’immediato quello che c’è da fare.
D’ALI’. Signor Presidente, vorrei cercare di conciliare le esigenze di rapidità con quelle di forma che questa Commissione ha e deve avere.
Credo che se fissassimo la data delle audizioni per martedì 30 marzo - che mi sembra un termine congruo - il secondo gruppo di lavoro, che ho intenzione di convocare per martedì 23 marzo, essendo autorizzato da questo plenum, potrebbe già fornire un’indicazione alla Presidenza nell’ambito, per esempio, dei nominativi che sono oggetto del rinvio a giudizio. In questo modo già abbiamo un’autorizzazione formale ad individuare i nomi senza bisogno di aspettare una nuova convocazione del plenum della Commissione per avere l’autorizzazione.
PRESIDENTE. Senatore D’Alì, fissare l’audizione è competenza dell’Ufficio di Presidenza, non c’è bisogno della deliberazione del plenum della Commissione. Quindi, alla dinamica accelerativa del gruppo di lavoro seguirà un’altrettanta dinamica accelerativa dell’Ufficio di Presidenza. Ci faccia sapere il gruppo di lavoro chi vuole ascoltare e immediatamente calendarizzeremo l’appuntamento. Alle audizioni il 30 marzo ci arriveremo, ma fatemi seguire almeno un iter formale di procedura, che va rispettato anche nei confronti dei componenti dei gruppi di lavoro.
Non facendosi osservazioni, così resta stabilito.
Dichiaro conclusa la seduta odierna.
I lavori terminano alle ore 13.